I “Tre legni amari”
Due macine da mulino interrate usate come base, tre pali di legno, due scale a pioli di differente lunghezza.
Questo il modesto apparato che la parsimoniosa amministrazione del regno di Sardegna metteva a disposizione della giustizia per lo spettacolo pubblico della esecuzione capitale mediante impiccagione.
La forca, o patibolo, costituiva un palcoscenico che doveva risultare ammonitore, almeno nelle intenzioni di legislatori e magistrati, palcoscenico dove nella Torino risorgimentale si produssero numerosi attori, molto più numerosi di quanto comunemente si creda e si scriva.
Alberto Viriglio, nel 1898, definì l'apparato prima descritto con l'appellativo «i tre legni amari» ed ecco cosi spiegato il titolo di questo libro.